DITELO... COI POMODORI
Il pomodoro - con lui tutte le altre
verdure, e la frutta! - si candida a diventare il fil rouge che
unisce due associazioni di volontariato che immaginano e si
costruiscono un mondo più vivibile e felice dove vivere.
Sono le associazioni Novara Veg e
Libera Terra, che il 19 maggio daranno vita insieme ad un evento che
unisce musica, libri, cucina veg, consapevolezza.
Novara Veg, già attiva da molti mesi
nella città di Novara e dei dintorni, ha proposto e propone approcci
friendly al mondo veg, prendendo per la gola i cittadini curiosi, per
fargli conoscere non solo le ricette, ma anche la cultura veg, che va
a braccetto con l'antispecismo, cioè quella scuola di pensiero che
si impegna per affrancare tutti gli altri animali (compresi gli
animali umani), da sfruttamento e dominio.
Terra Libera, da un altro punto di
vista, fa qualcosa di simile. Riscatta infatti le terre liberate dal
dominio mafioso (che è dominio sulla terra, sulle piante, sugli
animali e sugli umani), per ricominciare a vivere in modo libero e
dignitoso: prodotti straordinari, frutto del lavoro di giovani che,
riunitisi in cooperative sociali, coltivano ettari di terra
confiscati ai boss della mafia, grazie alla legge di iniziativa
popolare 109/96 nata da una grande mobilitazione promossa da Libera,
associazioni, nomi e numeri contro le mafie. Queste terre, restituite
alla collettività, sono tornate produttive e divenute volano di un
circuito economico sano e virtuoso, anche grazie alla partecipazione
degli agricoltori biologici del territorio che condividono lo stesso
progetto di riscatto. Prodotti coltivati nel rispetto delle tipicità
e delle tradizioni del territorio, applicando i principi
dell'agricoltura biologica, per portare sulla tavola delle famiglie
italiane un prodotto genuino, buono e... giusto. Per un consumo
consapevole: perché anche in questo modo è possibile sconfiggere la
mafia.
Se poi pensiamo che la mafia lucra
anche sugli animali – il giro sconvolgente e crudelissimo delle
zoomafie, documentate anche da numerosi report della associazioni
animaliste nazionali – arriviamo letteralmente al nocciolo
dell'intera questione.
Ci sarà quindi tantissimo da vedere e
da scoprire, oltre che da assaggiare, leggere e ascoltare, il 19
maggio 2013!Infatti alle ore 17,30 presso il Circolo Lebowski ci sarà
la presentazione del libro “Pizza sangue e videopoker” di Andrea
Ballone, Carlo E. Gariboldi, Simone Satta, Edizioni La Barriera. A
seguire ci sarà un apericena, preparato da NovaraVeg con i prodotti
di Libera.
Pizza Sangue e
Videopoker: Come l'ndrangheta si è strutturata al Nord, da Vigevano
in Lombardia
Si poteva fermare
l'ascesa mafiosa al Nord? Difficile a dirsi. Ma qualcuno ci ha
provato. Quella persona è Giorgio Pedone, morto suicida in
circostanze misteriose. Giorgio Pedone nei suoi report risalenti agli
anni '80 parlava di 'ndrine, faceva i nomi dei De Stefano, dei
Condello, dei Guzzardi, dell'avvocato Pino Neri e del Clan Valle.
Quasi tutti i protagonisti di quei report scritti a macchina oggi
sono in carcere. I Valle-Lampada, ad esempio, condannati a oltre un
secolo per associazione mafiosa nel luglio 2012. Proprio lo stesso
reato dei quali Pedone, inascoltato, li accusava negli anni '80. Sono
passati quasi quarant'anni dall'arrivo di Pedone a Vigevano e finora
solo Ilda Bocassini gli ha reso onore: “L'uomo che scoprì la mafia
al Nord”, lo ha definito. In questi quarant'anni i fatti, non i
teoremi, hanno dato ragione a Pedone. I Valle, come i Guzzardi e i Di
Marco (altre famiglia di mafia presenti a Vigevano negli anni
'80/'90) sono mafiosi. Ma ci sono voluti quattro processi, nei quali
mai nessun giudice si è sognato di condannarli per quel reato,
nonostante il lavoro della polizia vigevanese fosse palese. Usura ed
estorsione sono le pene per le quali “don Ciccio” e il suo clan
sono finiti in carcere dal 1992 al 2004. Intanto si sono arricchiti,
hanno conquistato bar, pizzerie, il controllo dei videopoker in
Lombardia, hanno avuto contatti con politici di primo piano anche a
livello nazionale, senza che nessuno riuscisse a fermarli. “Pizza
sangue e videopoker” è la storia di un impero criminale, ma è
anche la storia di un piccola cittadina che è arrivata a ospitare 8
famiglie mafiose di primo piano senza accorgersene. È una storia di
uomini dello stato corrotti, e di uomini dello stato coraggiosi. Ma
soprattutto è un libro che per la prima volta scopre il velo su una
pericolosa scia di sangue, una serie di omicidi commessi nella
pacifica e operosa Lombardia, dove per tutti (per troppi) la mafia
ancora non esiste.
Andrea Ballone:
Giornalista free lance da 13 anni è al suo primo libro. Collabora
con Il Mondo, Cronaca Vera, Il Sole 24 Ore, La Provincia Pavese,
Linkiesta, e in passato ha scritto per Il Fatto Quotidiano, Visto, Tu
Style, il Manifesto e molte altre testate.
Simone Satta:
È cronista de' LaBarriera, battagliero mensile d'inchiesta
del vigevanese e da sempre attivo nell'antimafia attraverso l'attiva
collaborazione con l'associazione Libera.
Carlo Ercole
Gariboldi: Vice
caporedattore alla Provincia Pavese è presidente della Casagit e in
passato ha collaborato con L'Espresso.
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